
Possono ruotare il capo di 270° ; il peso delle loro ossa corrisponde solo al 7 – 9 % del peso dell’intero corpo (per raffronto, nell’uomo, si arriva al 20% ); i grandi occhi in posizione frontale in un’ampia faccia più o meno appiattita ; il becco fortemente ricurvo e con la base ricoperta da un’area di pelle morbida chiamata cera che però, a differenza dei rapaci diurni, è ricoperta di vibrisse con funzione tattile ; il disco di piume che orna il loro viso può essere sollevato o abbassato grazie ad una serie di muscoli facciali che funzionano come una parabola che induce i rumori e i suoni a raggiungere l’orecchio interno : siccome questi uccelli hanno aperture auricolari asimmetriche ai due lati del disco facciale (tanto che, spesso, la destra può avere dimensioni più estese del 50%,) per cui il suono non raggiunge i due orecchi contemporaneamente ed il leggerissimo sfasamento temporale informa il rapace notturno sulla distanza da cui proviene il suono ; le ali hanno forma ampia, larga e arrotondata con 10 lunghe remiganti primarie : questo garantisce loro un decollo più facile ed un volo leggero e fluttuante, con brevi battute d’ala e lunghe planate ; le dita sono quattro, corte e grosse ( il dito esterno è reversibile e può essere rivolto in avanti o all’indietro accanto al dito posteriore aumentando la capacità nell’afferrare e manipolare la cattura ) tali da determinare un rapido impatto con le prede dove gli artigli sottili ed acuminati fanno la loro parte ; le 10 penne remiganti primarie delle ali hanno i margini sfrangiati (come un finissimo pettine ) che ben si compenetrano tra di loro formando una superficie morbida e cedevole per cui il loro volo, particolarmente silenzioso ( il margine sfrangiato delle penne degli Strigiformi riduce ed annulla quasi completamente il rumore ) non viene assolutamente percepito dalle prede ; il disco di piume che orna il loro viso può essere sollevato o abbassato grazie ad una serie di muscoli facciali che funzionano come una parabola che induce i rumori e i suoni a raggiungere l’orecchio interno ; tutti i rapaci notturni hanno un piumaggio molto mimetico che protegge il rapace anche nella fase del suo riposo diurno. In caso di allarme, per essere maggiormente mimetici, allungano l’estensione del proprio corpo ( i Gufi rizzano i propri ciuffi auricolari trasformandoli in abbozzi di rami ) per confondersi con gli elementi che hanno intorno ; i piccoli , quando si sentono minacciati, adottano il classico “atteggiamento terrifico” gonfiando le piume e sollevando le ali, aprendo il becco e soffiando tanto da apparire molto più grossi e temibili.

“Volto” dell’assiolo (Otus scops)
L’ ASSIOLO – Otus scops Lunghezza 20 -21 cm; Apertura alare 47 – 55 cm; Peso 60 -120 grammi .
Voce : Si può facilmente sentire nel periodo degli amori e della nidificazione, ogni 2 – 3 secondi , un chiù ripetuto durante tutta la notte, udibile fino a 1 km di distanza ; la femmina spesso duetta con il maschio con un verso più acuto, quasi un chiù-ì. Migratore nidificante, poco frequente nei boschi perifluviali della Piave ed a confermare la sua presenza è soprattutto il suo canto sia primaverile che estivo , una strofa monosillabica con tonalità metalliche chiùu……chiùu ripetuta anche per diverse ore in maniera ininterrotta.
Habitat : Predilige zone soleggiate con radure e zone ghiaiose con alberi sparsi ; ha bisogno di prati aridi ricchi di vegetazioni erbacea consolidata, popolata da varie famiglie di insetti. Spesso sceglie vecchi muri e case abbandonate dove nidifica. Per rendere stabile la popolazione di Assioli nei boschi ripariali della Piave , bisognerebbe aumentare la presenza di vecchi alberi con capitozze ed anfratti da mettere a disposizione per la loro riproduzione.
Alimentazione : E’ una specie prevalentemente insettivora : grosse farfalle notturne, coleotteri anche terrestri come carabi e maggiolini, addirittura formiche , cavallette che cattura nei prati aridi dell’alta pianura, ragni, grillitalpe, scorpioni, lombrichi e, non disdegna, le limacce. Occasionalmente può catturare anche qualche vertebrato come topi campagnoli, lucertole, giovani ramarri e orbettini, qualche passeriforme, e persino qualche ghiro.
Riproduzione : Nidifica in cavità di vecchi alberi , in buchi di muri di vecchie case in rovina ; questa specie non disdegna di occupare nidi artificiali in legno o cemento (la diffusione di nidi artificiali in tutta l’area dell’Oasi del Codibugnolo, potrebbe essere un’azione per fermare il declino demografico dei nostri Assioli nel territorio fluviale). La deposizione di 2 – 4 uova ( fino a 7 ) avviene verso la metà di aprile e la femmina cova per 24 – 25 giorni ; i piccoli escono dal nido dopo 3 – 4 settimane anche se non sono ancora in grado di volare e vengono nutriti dai due genitori per altre 3 settimane : saranno pronti a settembre per il viaggio di migrazione che, in qualche caso, si conclude in Africa centrale.
Gufo comune (Asio otus)
GUFO COMUNE : – Asio otus – Lunghezza 31 – 37 cm. Apertura alare 88 – 99 cm. ; Peso femmina 235- 415 grammi ; Peso maschio 207 – 334 grammi . Voce : E’ un uccello notturno abbastanza silenzioso a parte un debole verso nasale pìh-ìì ripetuto più volte ; l’allarme è impetuoso ed aspro wrek – wrek – wrek . Il canto nuziale e di corteggiamento è composto di una serie di uh profondi ripetuti ogni 2 secondi che si possono udire a 500 m. – 1 km ; durante il volo di corteggiamento, sbatte le ali fra di loro, producendo un suono secco e forte.
Habitat : Rapace notturno stanziale , nidificante negli insediamenti boschivi lungo il nostro fiume : durante il periodo invernale, proprio nei mesi più freddi, i Gufi comuni hanno l’abitudine di aggregarsi in dormitori comuni in cui stazionano anche una decina di esemplari provenienti anche dalle zone collinari e montane ; tra l’altro questo assembramento invernale può avvenire lungo viali alberati a conifere o a Lecci presenti anche nei centri urbani. In Oasi i gruppi di Gufi scelgono, come dormitorio, invernale le fronde fertili dell’Edera che infestano i vecchi Pioppi in procinto di morire. L’0asi ,e tutta la fascia boscata che corre lungo il grande Fiume, con le sue radure, le macchie boschive, i prati stabili egli arbusteti a Ligustrello, Biancospino, Spincervino e Rosa canina con centinaia di giovani Ornielli in crescita, è sicuramente l’habitat ideale per i Gufi comuni di tutto l’areale di alta pianura.
Alimentazione : Si ciba di micro mammiferi come le Arvicole terrestri e acquatiche, i Topi campagnoli ; non disdegna di cibarsi di giovani Ratti e piccoli di Visone e di Donnola presenti nel sottobosco igrofilo del nostro areale. Cattura anche piccoli uccelli (Fringillidi soprattutto, Codibugnoli, Passeriformi in prossimità degli insediamenti abitativi umani ) . Caccia sia per appostamento che volando in perlustrazione ad un metro sopra la radura, azionando il disco facciale per percepire, con il suo apparato uditivo sviluppatissimo, il più sottile rumore.
Riproduzione : Il suo nido è collocato in vecchi alberi ( non supera mai la quota di 4 metri d’altezza) ed in vecchi nidi di Cornacchia grigia, di Gazza; a volte anche in piattaforme ad 1,5 metri circa sopra cespugli di Ligustro, Sanguinella e Biancospino. Può deporre le uova – da 2 a 7 – eccezionalmente anche a febbraio ( in questo caso riesce a fare anche una seconda riproduzione se la prima cova viene disturbata dalla predazione dei Corvidi ). La cova, effettuata dalla femmina, dura da 25 a 30 giorni e dopo un mese di alimentazione da parte di entrambi i genitori, i pulli escono dal nido, incapaci di volare e muovendosi nell’arbusteto della zona limitrofa al nido, con l’aiuto del becco e degli artigli.
Civetta (Athene noctua)
CIVETTA : – Athene noctua – Lunghezza 22 – 26 cm. Apertura alare 53 – 58 cm. Peso della Femmina 120 – 215 grammi ; Peso del Maschio 105 – 205 grammi .
Voce : Un penetrante ed acuto chììì- u o chììì- iv spesso ripetuto più volte , anche per 10 – 15 minuti ; l’allarme è un esplosivo ed acuto chi…chi…chi…chi…mentre il suo canto è un uìoooo, ùùùùù ripetuto ogni 10 secondi con intensità decrescente. L’ampia gamma di versi è arricchita da miagolii molto strani.
Habitat : Preferisce spazi aperti, radure magredili, macchie boschive inframmezzate da prati aridi con vegetazione erbacea rada e poco sviluppata in altezza ; se poi, nei pressi, c’è qualche vecchia abitazione rurale abbandonata da anni, possiamo sicuramente ipotizzare un ideale areale di riproduzione di questa specie di rapace notturno : per fortuna, nelle golene della Piave, luoghi, come questi appena descritti, si incontrano ancora.
Alimentazione : Caccia anche al tramonto e all’alba per cui riesce a catturare anche Lucertole, Orbettini e giovani Ramarri che popolano le nostre ghiaie ed i nostri prati aridi. Durante la notte si può cibare di Lombrichi, Limacce, Ragni e Scorpioni, di Carabi, Maggiolini e Cervi volanti, Falene ; durante l’inverno rivolge la sua attenzione predatoria nei confronti degli Uccelli e dei Micromammiferi ( Passeriformi, Arvicole e Topolini ) ma, in alcune occasioni, cattura anche piccoli Pesci che stazionano sulle rive dei corsi d’acqua. E’ il rapace notturno europeo con il più ampio spettro trofico.
Riproduzione : La stagione riproduttiva inizia con primi caldi primaverili – quindi a febbraio – marzo che è il periodo di corteggiamento e di continui accoppiamenti – con il maschio che invita la femmina a visitare il possibile ed eventuale sito di nidificazione ( in genere un vecchio Pioppo o un Salice capitozzato ) : se sarà scelto dalla femmina ( ricordiamo che le civette sono specie prevalentemente monogame ) inizierà la deposizione e la cova da parte della sola femmina con il maschio occupato a rifornire di cibo la compagna in cova. La deposizione avviene ad aprile e la femmina depone da 1 a 6 uova ( in media 3 – 4 )e l’incubazione dura 27 – 33 giorni ; i piccoli restano insieme nel nido per 28 – 35 giorni e saranno nutriti dai genitori per per quel che riguarda l’intera popolazione italiana, è stabile e tendente all’incremento demografico.
Allocco (Strix aluco)
ALLOCCO : – Strix aluco – Lunghezza 37 – 39 cm Apertura alare 94 – 104 cm Peso femmina 415 – 650 g. maschio 310 – 540 g.
Voce : ha un repertorio molto ampio di vocalizzi ( è forse il rapace notturno che più si fa sentire, soprattutto nella stagione degli amori ) : da un flautato hùùùùùuh ripetuto più volte con un’impennata verso la fine dopo una pausa di 4 secondi. Il la versione femminile ) ki-uìik seguito da un uik – uik – uik minaccioso, con schiocchi di becco. Anche i piccoli hanno un buon repertorio di versi quando richiedono il cibo con lunghi sibili lamentosi.
Habitat : Ha bisogno di aree con presenza abbondante di alberi, meglio di età diversa con predilezione per le ceppaie più vecchie dove tende a mimetizzarsi per esercitare la sua tecnica privilegiata di caccia che è l’appostamento. Se non è disturbato da continui tagli di boschi ( come purtroppo avviene lungo l’asta fluviale della Piave ) , l’Allocco è un rapace notturno fortemente territoriale che occupa una porzione di bosco, specialmente quello più vario di specie vegetali sia arbustive che arboree, per tutto l’anno e addirittura per tutta la vita : il suo territorio di caccia coincide sostanzialmente con quello riproduttivo.
Alimentazione : Dall’alto di un posatoio, l’Allocco rimane, silenzioso, in ascolto per percepire i rumori provocati dai movimenti della preda ( anche quelli di un Cervo volante che si muove sulla corteccia di un vecchio Pioppo ) ; a questo punto si lancia raggiungendo l’obiettivo con un tuffo o una planata, circondandolo con le ali protese e colpendolo con i forti artigli. Usa poi la tecnica utilizzata specificatamente dal Gufo comune, quando vola in ricognizione a 2 metri d’altezza sopra la lettiera, sostando nella posizione dello “spirito santo” appena sopra le prede, prima del rapidissimo tuffo. L’Allocco ha uno spettro alimentare molto vario che va dai Lombrichi e le Limacce fino ai piccoli o giovani di Lepre, di Riccio, di Ratto ; la lista dei Mammiferi predati è molto lunga : Scoiattoli, Ghiri, Arvicole, Topi selvatici, Toporagni, Pipistrelli, Conigli selvatici. Oltre agli Anfibi, catturati al tramonto o all’alba, anche Rettili come le Lucertole, questo interessante Uccello si nutre addirittura di Pesci catturati con gli artigli sul pelo dell’acqua del nostro Fiume.
Riproduzione : E’ un rapace notturno che crea coppie stabili che, molto spesso, stanno insieme tutta la vita , insieme maschio e femmina cercano nei mesi invernali il migliore sito di nidificazione anche se la scelta spetta alla femmina ; nella nostra realtà fluviale, gli Allocchi scelgono boschi di latifoglie ( nel nostro caso, soprattutto in vecchi Pioppi neri e Salici Bianchi capitozzati ) in cui possono trovarsi cavità naturali all’interno di alberi o di vecchi casolari abbandonati. La femmina depone da 2 a 5 uova covate dalla femmina per 28 – 32 giorni con il maschio che la fornisce quotidianamente di prede ; dopo una settimana dalla nascita dei piccoli, anche la femmina si unisce alle battute di caccia notturne. I pulli, non ancora in grado di volare, lasciano il nido dopo tre settimane circa e poi vengono aiutati ad alimentarsi da entrambi i genitori, addirittura per 3 mesi dall’abbandono del nido. Vista la grande adattabilità degli Allocchi, stante la distruzione dei boschi ad opera delle strutture (Genio Civile, Servizio Forestale Regionale ) che dovrebbero tutelarli, sarà opportuno costruire cassette nido artificiali dove ospitare questi importanti predatori a tutela delle reti alimentari del nostro ambiente fluviale.
Barbagianni (Tito alba)
BARBAGIANNI : – Tito alba – Lunghezza 33 – 39 cm. Apertura alare 91 – 95 cm. Peso : femmina 290 – 450 grammi ; maschio 280 – 365 grammi
Voce : il barbagianni è una specie piuttosto silenziosa : il richiamo è un rantolo sfumante, aspro, stridulo e ripetuto, un ssscrrriiii intervallato da brevi pause e ripetuto con un ritmo crescente e concitato ; il canto territoriale è un soffio shriiiiiiii, inconfondibile come di specie che sta per soffocare.
Habitat : Originariamente il Barbagianni viveva in macchie boschive e veri e propri boschi ripari e planiziali cresciuti lungo torrenti e fiumi dove possono essere presenti lanche e stagni ; si sta adattando a frequentare anche coltivi e zone rurali con vecchie case coloniche, addirittura veri e propri quartieri purchè circondati da prati stabili e siepi rurali di una certa consistenza e varietà di specie arbustive ed arboree. La presenza nelle golene della Piave, di case abbandonate ed in rovina accentua la possibilità di siti di alimentazione e di riproduzione di questo importante rapace notturno, sicuramente in declino in tutto l’areale dell’alta e della bassa pianura della Piave .
Alimentazione : E’ un uccello con abitudini sia notturne che crepuscolari. La sua tecnica di caccia preferita consiste nell’attendere su un posatoio dal quale tuffarsi con rapidità per artigliare la sua preda ; al contrario, in alcune aree densamente coltivate, preferisce cacciare , anche di giorno, sorvolando le aree rurali , a circa 2 metri d’altezza, alla ricerca di topi ed arvicole che costituiscono la maggior parte della sua dieta. Oltre a queste prede, si ciba di piccoli uccelli, giovani ratti, rettili ed anfibi ( nelle borre di questi rapaci, spesso, si individuano ossa di rane rosse e verdi catturate in prossimità di stagni e zone umide )
Riproduzione : Le coppie di Barbagianni rimangono unite per tutta la vita e la stagione di corteggiamento inizia nella seconda metà di febbraio e la stagione riproduttiva va da marzo a settembre. Può scegliere solai , vecchi fienili, anfratti sotto ponti e viadotti come pure cavità in vecchi tronchi : vi depone da covate anche numerose – da 2 a 14 uova bianche – l’incubazione dura da 30 a 32 giorni essenzialmente ad opera della femmina anche se il maschio può sostituirla nei brevi periodi in cui lei esce dal nido. I piccoli vengono nutriti da entrambi i genitori e raggiungono l’autonomia solo dopo 3 mesi dalla nascita quando riescono anche loro a cacciare.
Le popolazioni di Barbagianni sono in evidente declino in tutto il continente europeo , principalmente a causa della rarefazione dei siti di nidificazione idonei e poi per l’uso di bocconi avvelenati che vengono usati conto la diffusione dei ratti e dei topi, principali prede di questo interessante rapace. Sarà nostra cura installare un certo numero di cassette nido artificiali in tutto il percorso storico-naturalistico per invertire la rotta di un decremento demografico che può portare alla scomparsa di questi predatori indispensabili per mantenere in equilibrio le reti alimentari dell’ambiente fluviale.