Nel susseguirsi di prati a sfalcio, ampie fasce boscate e piccole, raccolte radure che caratterizzano questa area perifluviale si sono insediate nel corso del tempo specie floristiche specializzate e dunque testimonianza del valore naturalistico dell’area.
Le caratteristiche ambientali e soprattutto la poco influente azione antropica – se si esclude lo sfalcio di alcuni prati molto estesi – rappresentano le precondizioni necessarie e sufficienti per la fioritura di alcune splendide orchidee, insieme a specie più comuni che però non trovano altrove possibilità di insediarsi.
Le orchidee come si sa occupano il vertice evolutivo del regno vegetale, essendo piante estremamente “razionali” che nella loro storia evolutiva hanno massimizzato le funzioni vitali e di riproduzione raggiungendo risultati straordinari. La presenza di queste sontuose piante costituisce un indice biologico di tutto rilievo considerato che sono organismi molto sensibili ed esigenti in termini di qualità ambientale.

In considerazione della regolarità di comparsa e maggior diffusione troviamo l’orchidea militare (Orchis militaris),

la delicata Cefalantera (Cephalantera longifolia),

l’orchidea minore giglio caprino (Orchis morio),

e, per chi ha fortuna, l’orchidea delle Api (Ophrys apifera).

Tra le piante più comuni che trovano spazio lungo le golene del fiume Piave nel suo tratto mediano, merita rilievo per l’abbondanza e bellezza l’ononide spinosa (Ononis spinosa), che esprime vere e proprie macchie prostrate a terra di un tenue ed omogeneo colore rosa.

la lupinella (Onobrychis viciifolia),

la globularia (Globularia punctata)

e, nel magredo del Palazzon, come già ricordato, è presente nella più rara e specializzata specie di globularia dei ghiaioni (Globularia cordifolia ).

Le altre due orchidee più presenti su questi tratti aperti e non antropizzati sono l’orchidea tridentata (Orchis tridentata)

e l’orchidea piramidale (Anacamptis pyramidalis).
Criticità
I maggiori problemi legati all’area osservata nella presente stazioni sono molteplici. Anzitutto, la prossimità con colture agricole intensive e dal correlato abuso di sostanze chimiche, genera una costante minaccia di inquinamento a causa del ruscellamento verso l’alveo attivo di tutti i residui di pesticidi e concimi chimici usati. Il progressivo allargamento delle superfici coltivate che ha eroso e ridotto all’osso le fasce naturali di pertinenza del fiume, costituisce un problema di rilievo sia per la continuità e contiguità vegetazionale, sia per il mondo animale: pensiamo semplicemente ai corridoi ecologici per l’avifauna migratrice.
Spesso l’abbandono e la non valorizzazione e protezione di aree naturali equiparate di fatto a “terra di nessuno” è sintomatico dell’insorgenza di discariche abusive, spesso di materiali molto pericolosi.
Altro problema può insorgere col passaggio delle greggi poiché il danno alla cotica erbosa causato dai ruminanti è in grado di intaccare in profondità l’habitat e la presenza stessa di bulbi, rizomi e semi tanto da modificare radicalmente le presenze erbacee.